Per chi ama la letteratura, scrivere racconti, essere cittadini del mondo e riflettere sulla Settima Arte

sabato 3 settembre 2016

Paradise Beach: Dentro l'Incubo (2016) by Jaume Collet-Serra


The Shallows (2016)
di Jaume Collet-Serra

Blake Lively (Nancy)
Óscar Jaenada (Carlos)
Brett Cullen (Dad)
Sedona Legge (Chloe)
Pablo Calva (Boy)
Diego Espejel (Intoxicated Man)
Janelle Bailey (Mom)
Chelsea Moody (Young Mom)


The shallows, ovvero le secche del mare, le acque poco profonde, ma anche i "superficiali", inteso figurativamente. Un titolo originale che gioca sui significati e che fa rima con Jaws (zanne), il film capostipite del survival horror acquatico che in Italia conosciamo come Lo Squalo di Spielberg. Forse un po' superficiale la protagonista lo è, visto che scambia messaggi al telefono con una compagna mancata di viaggio, invece di alzare lo sguardo sullo spettacolo unico del sole che filtra tra gli alberi messicani. È un giovane accompagnatore del posto che glielo fa notare: lei si scusa, ma si sa, è americana... Ma quando la surfista texana si trova a tu per tu col pericolo, tira fuori tutte le conoscenze mediche e una freddezza matematica non da tutti. In quei frangenti superficie significa terra lontana o scoglio che si alza e si abbassa con la marea: lo squalo è in agguato, pronto a giustiziare la superficialità dell'aver sfidato le acque poco prima dell'imbrunire (aveva espressamente promesso all'accompagnatore di non farlo). Così il cronometro Casio diventa essenziale, così come essenziale è il gabbiano Steven Seagal ("seagull" in inglese significa "gabbiano", che ridere!) con l'ala slogata e compagno di sventura sul piccolo scoglio che ripara dalle zanne mortali.

Perché tutto questo, solo il capriccio di una surfista? No, in realtà la mamma morta era del posto, ovvero messicana, di un'isola sconosciuta ai gringos americana e al turismo di massa che neanche i pochi altri personaggi umani vogliono svelare: ma allora come ci si trova lì? E poi possibile che quel Samsung che porta in sacca non abbia il GPS o almeno Google Maps installato?

Piccoli scogli acuminati di un survival horror girato bene: il regista di Barcellona trapiantato in America mette sul piatto tutti gli ingredienti per uno spettacolo godibile. Lo scenario è paradisiaco, Blake Lively è forte e bellissima, le luci catturate a dovere, lo squalo è uno squalo vero: gli occhi ringraziano e più di una volta la paura lascia il passo all'erotismo, anche davanti ad una gamba incancrenita in primo piano, che è pur sempre la gamba di una Dea. Il product placement è evidente e giustificato: la tecnologia è un alleato dell'uomo contro la bestia, il positivismo è servito.

Certo che la scrittura dovrebbe creare premesse migliori e affidarsi meno (tendenza attuale e preoccupante a Hollywood) ai pannelli dei dispositivi elettronici che saltano fuori, a mo' di split screen, per giustificare trame e psicologie. Sporcano immagine e Cinema.


VP