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sabato 13 aprile 2013

Occhio Alla Perestrojka (1990) by Castellano & Pipolo

Un caro amico di un forum, evidentemente preoccupato delle visualizzazioni piuttosto basse di questo blog, perlopiù relative ai miei contatti Facebook, mi ha consigliato di recensire un film brutto e nazionalpopolare. Proprio uno di quelli che piacciono tanto alle pance degli italiani da trent'anni a questa parte e che stimolerebbero, a suo dire, la curiosità di una massa per i miei interessi.

Premettendo che di visualizzazioni o altro me ne frega il giusto, visto che questo spazio serve innanzitutto a me come ordinatore delle mie idee (se pensavo di cavarci qualcosa a livello di prestigio già l'avevo chiuso), accontento l'utente del forum con una scelta anche stavolta abbastanza di nicchia: un film che forse non si vede tantissimo in televisione, un po' caduto nel dimenticatoio, e interessante per un motivo che andiamo ora a vedere insieme.


Occhio Alla Perestrojka (1990)
di Franco Castellano e Giuseppe Moccia (aka Pipolo)

Jerry Calà (Fulvio Bonetti)
Ezio Greggio (Marco)
Rodolfo Laganà (Filippo)
Marina Giulia Cavalli (Francesca Moschin)
Maria Kalinina (Olga)
Jeanette Vredeveld (Tatiana)
Guido Nicheli (Dott. Gerardo Moschin)
Corinne Cléry (Angela Bonetti)



Una delle cose più stupefacenti del mondo della creatività è il fenomeno degli instant-product, che soprattutto nel mondo editoriale relativo ai libri cartacei ha svariato nelle forme più grottesche e di cattivo gusto: in parole povere, se Il Nome Della Rosa di Eco scala le classifiche di vendita ecco almeno una decine di case editrici in spasmodica ricerca anche di una matricola universitria di Storia Medievale per proporre qualcosa di simile, agganciarsi alla tendenza e diminuire le probabilità di rischio d'impresa che ogni pubblicazione comporta.

Ma non solo gli editori letterari ragionano in questo modo così discutibile, facendo ad esempio diventare, per colpa di un interesse odioso per l'Antico Egitto, le librerie degli anni '90 delle vere e proprie Piramidi di Cheope. Anche il Cinema più importante ha attinto dalla logica della moltiplicazione di uno stesso successo: così non fosse non ci sarebbero stati sequel su sequel di commedie adolescenziali, di supereroi dei fumetti e quant'altro. Non avrebbe avuto grande vita quell'onesta serie B italiana degli anni '70 e '80 che sfornava finti seguiti di La Casa o di Zombie o riprendeva i concept di Fuga Da New York per fare I Guerrieri Del Bronx. Con l'uso di set riciclati da superproduzioni hollywoodiane in trasferta sul Tevere e nomi anglofoni sulla locandina del film, e attori invece italianissimi, i produttori per lungo tempo sono riusciti a vendere un prodotto al pubblico spacciandolo per americano.

Il caso di Occhio Alla Perestrojka del duo registico peggiore della storia della commedia italiana è in realtà molto diverso e straordinariamente più accostabile ai fenomeni letterari del "se succede qualcosa di clamoroso in meno di una settimana ci confeziono il libro": nel '90 Castellano & Pipolo (che ricordiamolo sempre è "pater" del peggior autore letterario di successo in Italia di cui si può anche tralasciare il nome) prendono la fine del Comunismo e l'apertura parziale delle frontiere est europee per raccontare di italiani col vizietto di farsi l'amante in trasferta lavorativa.

Così Fulvio e Marco tradiscono le loro belle compagne a Sofia con giovani ragazze illuse dalla ricchezza occidentali che pensano di essere sposate e che, col crollo della dittatura, non perdono un attimo per prendere il primo treno e raggiungere Cremona con l'idea di rimanere in Italia a tempo indeterminato.

L'idea ha un senso, si presta in modo molto fluido allo svolgimento del plot, e il film farebbe davvero tenerezza se non fosse intriso di quel cinismo rattuso e smaccatamente materialista, marchio di fabbrica della commediaccia anni '80 che ha in Jerry Calà, anche sceneggiatore, e in Ezio Greggio le due "facce da pirla" più superficiali e bastarde.

Chiaramente della Sofia comunista si vedono appena due immagini di repertorio... e tutta la parte bulgara del film, la più interessante, è completamente anonima (e girata in Italia). Per un film messo su esattamente come gli instant-book.

 
VP